Pierantonio Moletta

Biografia dell'artista

  • 13/05/88 Pierantonio Moletta nasce a Cittadella. 
  • 2013 laurea triennale in pittura all’accademia di belle arti a Venezia. 
  • 2016 laurea biennio in grafica d’arte all’accademia di belle arti a Venezia.
  • 2011 primo classificato al concorso in memoria di Luca Tessarin “Fotografa la tua passione” a Resana.
  • 2014 mostra collettiva d’arte “Quale futuro?” a Spresiano.
  • 2014 mostra collettiva d’arte “25° premio nazionale pittura Piero Della Valentina” a Cordignano. 
  • 2015 mostra collettiva d’arte“Mostri” a Spresiano 2015. 
  • 2015 mostra collettiva d’arte “26° premio nazionale pittura Piero Della Valentina” e “23° premio nazionale grafica d’arte” a Cordignano. 
  • 2015 mostra collettiva d’arte “Assalto alla torre” a Bassano del Grappa. 
  • 2019 mostra personale pittura “Sguardi dalla tela” biblioteca di Cartigliano.

Intervista

Una passione che nasce da lontano, una storia d’amore che dura ininterrottamente da trent’anni. È quella che lega l’arte della pittura a Pierantonio Moletta, trentatreenne di Tezze sul Brenta. Tutto inizia alla tenera età di tre anni, dove ancora non si sa ancora scrivere ma si è abbastanza grandi per disegnare. È proseguita poi nel corso degli anni, durante i quali Moletta non si è mai separato dai suoi colori. Ha perfezionato la tecnica prima studiando prima all’istituto d’arte di Nove e poi all’accademia di Venezia.

“Ho frequentato – aggiunge Moletta – tre anni di pittura e due di grafica d’arte. E’ stato grazie al mio professor Paolo Fraternali a farmi innamorare dell’arte”.

Che tecnica usa?

“Ho iniziato da bambino con i colori e successivamente sono passato con la tempera. Poi in età più adulta ho sviluppato la tecnica dell’olio e, quando ho fretta, misto acrilico”. 

Ci sbagliamo o la fretta non va molto d’accordo con l’artista?

“E’ vero, questo discorso vale anche per me, ma l’olio pur essendo un ottimo materiale da utilizzare, necessita di tempi molto lunghi, minimo un giorno e mezzo. A volte bisogna aspettare che si asciughi la vernice per poter lavorare in maniera decente”. 

Quando ha iniziato a specializzarsi come ritrattista?

“Durante il primo periodo dell’accademia che sono stati molto impegnativi. Non semplici ritratti. La mia tesi del triennio l’ho fatta sulle figure mortuarie romane e greche con colori molto scuri. Ritratti che venivano dipinti sulle bare. Successivamente mi sono orientato sui primi piani”. 

Ma veniamo ai suoi ritratti. Chi sono le persone che ritrae?

“Nessun personaggio particolare, diciamo che la gran parte dei soggetti sono persone comuni. Quello più famoso, se proprio vogliamo definirlo così, è quello di Gilberto Visintin. Sceneggiatore e autore di un libro bellissimo sul Giorgione”. 

Come mai molti di loro hanno uno sguardo serio?

“Chuck Close, un artista a cui mi ispiro, diceva che da un sorriso si capisce tutto. Al contrario uno sguardo serio trasmette mistero e ognuno trova la sua interpretazione”. 

Come nasce un suo ritratto?

“Tutto parte da una foto che preferibilmente devo aver scattato io. Questo perché dopo un po’ capisci che più la foto è tua, meglio realizzo il quadro. Tante volte mi hanno commissionato un quadro inviandomi una foto fatta da loro stessi. Alla fine, non ero completamente soddisfatto del lavoro finale”. 

Ma lei ritrae soltanto persone?

“Non sempre. A volte do sfogo alla mia fantasia realizzando figure ibride, formate da due metà di animali diversi”.

Oltre alla pittura, quali altri hobby pratica?

“Sono un grande appassionato di musica. Suono saltuariamente il basso e la chitarra. Ho lavorato per molto tempo come giardiniere. Ora sono in cerca di impiego e mi piacerebbe rifare il mio vecchio lavoro, perché lavorare in mezzo al verde mi mette tranquillità”.

Non le piacerebbe lavorare nel mondo dell’arte?

“Diciamo che camparci sarebbe l’ideale. Per ora rimane una grande passione”.

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