Si chiama Luigi Cerantola, ma tutti lo conoscono come Gigio. La particolare chioma e i suoi baffi, la sua generosità e la sua sensibilità, sono tutte caratteristiche che lo rendono un personaggio molto conosciuto e amato tra i suoi concittadini. Oggi si gode la pensione dipingendo quadri e creando opere artistiche di ogni tipo. Come molti colleghi artisti, il vecchio ripostiglio di casa è il suo laboratorio. Si rilassa, si fuma una sigaretta e ascolta la sua musica d’autore preferita: Califano, Tenco, De Andre e Gaber. Ma Gigio non è soltanto l’unico nome con cui viene chiamato “Ho lavorato per molti anni in segreteria al liceo Da Ponte di Bassano – aggiunge Cerantola – e spesso gli studenti venivano da me per qualche consiglio. Da qui il soprannome di “Filosofo”. Giusto per stare in tema, mi chiamano anche “Einstein”, per via della mia somiglianza con il noto fisico. La cosa incredibile è che per questo motivo, molte persone mi fermano per strada e mi chiedono di fare il selfie con loro”. Ma con il famoso genio di Ulm, Luigi Cerantola non ha in comune soltanto questo, ma anche, con le dovute proporzioni, un pizzico di genialità.

Dove nasce la sua passione per la pittura?

Ho iniziato a disegnare fin da bene e quindi sono un autodidatta. Cinquant’anni fa ho fatto anche alcune mostre anche se preferisco il passaparola per la promozione. Soltanto da una decina di anni ho iniziato a vendere alcuni dei miei quadri. Sempre di recente ho partecipato a qualche concorso togliendomi qualche soddisfazione. 

Che stile ha la sua pittura?

Il mio è un impressionismo figurativo e l’artista a cui mi ispiro è Giorgio De Chirico. Sono finito anche nel libro del critico d’arte Fiorenzo Rizzetto dove sono raccolti gli artisti del Veneto.

Quali sono i soggetti che ritrae solitamente?

Adoro Venezia, una città che amo profondamente tanto da raffigurarla lungo tutta una parete di casa mia. Adoro la sua tranquillità e il suo paesaggio fatto di piccole osterie tra i vicoli. L’assessore Tessarollo mi definisce “l’artista che da Tezze vede Venezia”. Da buongustaio ritraggo molti nudi femminili ed essendo soltanto dei quadri, mia moglie non è gelosa. Ultimamente sto sviluppando una nuova tecnica in bianco e nero. Ho un debole per la spontaneità e la vivacità dei bambini, merito anche di mia nipote Ginevra che vuole sempre dipingere assieme me, creandomi non poche difficoltà. Proprio per i bambini, ho dipinto tutto il muretto esterno dell’asilo di Tezze.

C’è una particolarità che la contraddistingue dagli altri artisti?

Sicuramente i colori che mi faccio da solo, impastando la tempera con la calcina. Un piccolo segreto mio. Poi oltre che su tela, dipingo quello su quel che mi capita sottomano: un pezzo di legno, un tronco d’albero o la carriola che ho in giardino.

Oltre all’arte ha qualche altra passione?

Per trent’anni sono stato un buon calciatore. Ma sono sempre stato appassionato di ciclismo, in particolare per il mio concittadino Luciano Loro e per il marosticense Giovanni Battaglin, entrambi campioni che hanno corso tra gli anni Settanta e ottanta. Facevo parte del “Club Aria” e quando andavamo alle corse, viste le mie qualità artistiche, il mio compito era quello di fare le caratteristiche scritte sull’asfalto.