Tullio Baldini

Biografia dell'artista

  • 13/05/88 Pierantonio Moletta nasce a Cittadella. 
  • 2013 laurea triennale in pittura all’accademia di belle arti a Venezia. 
  • 2016 laurea biennio in grafica d’arte all’accademia di belle arti a Venezia.
  • 2011 primo classificato al concorso in memoria di Luca Tessarin “Fotografa la tua passione” a Resana.
  • 2014 mostra collettiva d’arte “Quale futuro?” a Spresiano.
  • 2014 mostra collettiva d’arte “25° premio nazionale pittura Piero Della Valentina” a Cordignano. 
  • 2015 mostra collettiva d’arte“Mostri” a Spresiano 2015. 
  • 2015 mostra collettiva d’arte “26° premio nazionale pittura Piero Della Valentina” e “23° premio nazionale grafica d’arte” a Cordignano. 
  • 2015 mostra collettiva d’arte “Assalto alla torre” a Bassano del Grappa. 
  • 2019 mostra personale pittura “Sguardi dalla tela” biblioteca di Cartigliano.

Intervista

Il Belgio non è soltanto le distese delle Fiandre o le colline delle Ardenne. Della terra dei campioni di ciclismo, non si può fare a meno di pensare alle migliaia immigrati italiani che hanno cercato fortuna. Uno di questi è proprio Tullio Baldini, classe 1939. La sua storia che l’ha visto vagabondeggiare per mezza Europa, sempre con l’Italia nel cuore. Un legame forte tanto da creare un’opera raffigurante un minatore, chiaro riferimento alle vittime italiane della strage di Marcinelle, miniera nei pressi di Charleroi. 

“Sono il quinto di cinque fratelli di una famiglia di Ascoli Piceno. Ho perso il padre da giovane e quindi è toccata a mia madre il compito di farmi crescere. Ma avevo fretta di diventare grande e a 16 anni sono partito da solo cercando fortuna a Colonia, in Germania, dove si erano trasferiti due dei miei fratelli. Nella città della Renania mi guadagnavo da vivere come imbianchino. Professione che ho fatto per tutta la vita”.

Poi cos’è successo?

“Dopo 5 anni, ho deciso che era arrivato il momento di tornare in Italia, dove c’era sempre mia mamma che viveva da sola. Però durante il viaggio di ritorno ho fatto tappa nel vicino Belgio, a Charleroi, dove vivevano gli altri due miei fratelli. Doveva essere una visita veloce. Però dopo pochi giorni ho conosciuta mia moglie, figlia di immigrati toscani, e quella che doveva essere una sosta di una settimana, alla fine è durata oltre 50 anni”. 

Come ci è tornato in Italia?

“E’ stato mio figlio David che praticamente ha fatto il percorso inverso del mio. Aveva un ottimo impiego e anche in questo caso a comandare è stato il cuore. Ha conosciuto una ragazza di Fontaniva e si è trasferito una decina di anni fa a Tezze sul Brenta. Dopo un po’ di tempo l’abbiamo raggiunto dato che era difficile stare lontano dal nostro unico figlio e dalla nostra nipotina Eleonora”. 

Ha avuto problemi di ambientamento?

“Ci siamo trovati bene, l’unica cosa è che a volte non capisco quando i veneti si parlano tra di loro. Mi sembra quasi di sentire i tedeschi. Il Veneto alla fine è un posto bellissimo ricco di bei paesaggi e di arte”.

A proposito di arte. Ci racconti com’è nato il suo percorso artistico…

“Fin da bambino mi piaceva disegnare. Ho iniziato con i primi disegnini con la matita. Poi sono passato ai quadri prevalentemente paesaggistici dove tuttora saltuariamente mi cimento. Ma la mia arte preferita è la scultura. Durante la mia permanenza in Belgio ho partecipato a diverse mostre e mi hanno dedicato diversi articoli di giornali. Insomma, mi ero fatto conoscere nell’ambiente dell’arte. Avevo anche il mio Atelier e sono stato membro del prestigioso Club Rotary. Durante la settimana andavo per le case a tinteggiare i muri, nel week end partecipavo sempre a qualche evento”.

Cos’ha la scultura rispetto alla pittura?

 “E’ un lavoro più difficile e per questo molto più affascinante. Lo scultore rispetto al pittore, fa parte di una categoria più ristretta e per questo mio avviso più amato”.

Quali sono le caratteristiche che deve avere un bravo scultore?

“Serve molta pazienza in quanto è un lavoro di grande precisione. Per questo alle prime avvisaglie di stanchezza è meglio fermarsi per evitare sbagli che possono rovinare l’opera in maniera irreversibile. Occorre poi credere in sé stessi e concentrarsi sull’obiettivo finale.”.

Come sceglie il materiale?

“Per quanto riguarda il marmo, il pezzo devo assolutamente andarlo prendere di persona. Devo controllare che non ci siano venature. Quando vedo il pezzo, già mi immagino cosa voglio fare”.

Che attrezzi usa?

“Un semplice martello e degli scalpelli d’acciaio di diversa misura”.

Ci descrive le sue opere?

“Normalmente i soggetti delle mie opere non sono a tema religioso. Cerco sempre di creare figure reali come persone o animali”.

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