Antonia Battocchio

Biografia dell'artista

  • Antonia nasce a Bassano del Grappa il 23 luglio del 1966. 
  • Affascinata dall’arte fin dall’infanzia, intraprende la strada del disegno tra i banchi della scuola elementare ricevendo i primi apprezzabili complimenti.
  • Nel 1999 si iscrive alla scuola del “Gruppo Rosatesi” per poi proseguire il suo interesse per l’arte in altre scuole.
  • Nel lungo percorso pittorico, conquista dal pubblico notevoli riconoscimenti, partecipando a numerosi personali e collettive d’arte in diverse località.

Intervista

Antonia Battocchio deve molto alla sua famiglia per il suo successo artistico. Sono proprio il marito Mariano e i figli che la supportano in tutto quello che fa. Come tutti gli artisti, la passione per la pittura ce l’ha avuta fin da bambina, quando già dai banchi di scuola cominciava a fare i primi disegnini. Ma c’è stato un momento particolare della sua vita che ha rappresentato la vera svolta, come ci racconta lei stessa: “Circa vent’anni fa, quando ero in dolce attesa, ho cominciato dipingendo i primi quadretti raffiguranti i cartoni animati, per decorare la stanza di mio figlio che stava per nascere. Mio marito mi ha quindi regalato dei colori ad olio e dopo un anno, dopo aver visto una locandina da Gianni Chiminazzo a Rosà, ho intrapreso un corso di pittura. Ne sono seguiti altri e da allora non ho più smesso. Nel mio percorso formativo mi ha aiutato anche la mia professione di decoratrice”.

Ci descrive il suo stile artistico?

Il mio stile è un realismo figurativo, nel senso che mi piace far vedere la pennellata, il rilievo, le sfumature. Mi piace far vedere che si tratta di un quadro.  Prediligo lavorare su concetti figurativi di temi floreali, nature morte, rappresentando in modo fedele il soggetto e spaziando su temi particolari che possono generare sensazioni ed emozioni inconsuete. Mi piace ricevere e sentire l’ambiente che mi circonda, trasmettendo tutto poi sulla tela infondendo le mie sensazioni a chi osserva il quadro. Sembra quasi che si tratti di uno specchio immaginario che riflette una visione aurica di una realtà abituale.

Come nasce un suo quadro?

Mi piacciono le foto, quando vedo un soggetto che mi interessa faccio uno scatto e appena trovo l’ispirazione, lo riproduco con olio su tela. Non mi piace dipingere lo stesso soggetto dato che dopo un po’ mi annoierei. Non posso fare una cosa che non mi sento. Faccio quello che mi fa star bene in quanto mi piace considerare la pittura una passione in quanto mi rilassa e mi fa star bene. Quando dipingo mi immergo talmente nel mio mondo che perdo senso della realtà e del tempo. Se le persone mi parlano quasi non le ascolto. A volte sono influenzata dalle sensazioni che provo, per esempio nel corso di un periodo buio, ho iniziato a dipingere in bianco e nero, colori che non uso quasi mai. Attraverso un quadro, un vero critico riesce a capire lo stato d’animo dell’autore. 

Cosa ne pensa la sua famiglia della sua attività?

Mio marito lo chiamo “lo Sgarbi di Stroppari” in quanto non manca mai di fare la sua critica. Subito mi fa arrabbiare, però i suoi giudizi sono costruttivi dato che mi aiutano a migliorarmi e quindi lo ringrazio per questo. Lui mi descrive una pignola e ha ragione in quanto capita che c’è qualcosa in un quadro che non mi garba e lo devo dopo un po’ riprendere.   

Ha fatto qualche mostra?

In questi anni ne ho fatte di diverse in Veneto, partecipando a vari concorsi. 

Dove dipinge?

Una volta utilizzavo uno studio adiacente a casa mia. Ora però ci vive mio figlio quindi ho dovuto utilizzare la sua vecchia cameretta. Normalmente l’ultimo quadro che dipingo, lo appendo in quando me la voglio gustare. Poi con il tempo le sostituisco con i più recenti. Alcuni di questi quadri li vendo anche se un po’ mi dispiace dato che mi ci affezioni. Poi ogni giovedì sera, con altri pittori, a Sant’Anna dipingiamo tutti assieme in modo che possiamo confrontarci. 

Quali altre passioni ha oltre alla pittura?

Faccio parte del gruppo Gam di Tezze con il quale condivido la passione per le camminate in montagna.

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