Primo Lago

Biografia dell'artista

  • 05/01/1952 Lago Primo nasce a Tezze sul Brenta;
  • Completamente autodidatta, si avvicina all’arte fin da subito, facendogli provare emozioni e curiosità nello scoprire cose nuove.
  • Lavora come ceramista decoratore, fonda assieme ad altri due soci, le “Ceramiche Doris”
  • Nel corso della sua carriera professionale, collabora con numerosi artisti milanesi, fiorentini e anche americani.

Intervista

Al di là dello stile e del proprio modo di esprime il suo talento, anche un artista ha la sua “specialità della casa”. Nel caso di Primo Lago, possiamo affermare che il piatto forte è la pittura sul legno. Molte delle sue opere sono ricavate da tronchi, vecchi bauli o semplici pezzi di legno raccolti nel corso delle sue passeggiate. Altro elemento molto influente è la montagna a cui Lago è unito da un rapporto speciale. Ma il suo repertorio artistico comprende anche molti quadri a sfondo religioso. Un segno tangibile che Lago nutre anche una profonda fede cattolica. Capita poi che qualche amico si sposi e così quasi per gioco presta la sua arte per le cose anche più semplici, come il volantino della chiesa o gli inviti alla cerimonia. 

Lago, rispetto ad un normale quadro, quali sono le difficoltà che si incontrano nel dipingere sul legno?

Quando incontro un pezzo di legno abbandonato, lo raccolgo e cerco di ridargli vita. Quindi in questo semplice gesto, se vogliamo c’è anche un senso di rinascita. Affinché il risultato sia soddisfacente, occorre un accurato lavoro di preparazione che precede tutto. A partire dalla levigazione sulla parte su cui si vuole dipingere e successivamente creare uno strato con la cementite. Solo allora si può procedere con la pittura. Ovviamente la superfice può presentare delle venature e dei nodi, che rappresentano la vera e propria difficoltà. In questo caso bisogna procedere con cautela e precisione. 

Ma facciamo un salto indietro nella sua vita. Quando ha scoperto di artistica?

Ho sempre lavorato come ceramista e non ho frequentato particolari scuole dell’arte, quindi posso definirmi un autodidatta. Però già dalle scuole medie, in occasione delle recite e delle rappresentazioni teatrali, curavo sempre la parte scenografica. Quindi possiamo dire che già allora si intravedeva l’impronta artistica.

I soggetti ricorrenti nei suoi quadri sono di stampo naturalistico e religioso. Che significa?

Oltre a descrivere la mia persona fiera delle sue origini e del mio modo di pensare, cerco di insegnare il rispetto per gli altri e per la natura.

C’è un artista di riferimento?

Mia piacciono molto Van Gogh e Caravaggio, anche se il mio stile si avvicina più al primo. Però ci tengo a dire che copiare anche da questi grandi artisti non mi piace. Preferisco creare da me le mie opere un po’ alla volta. Ad esempio, mi capita che, una volta terminati i miei quadri, li osservo e dopo qualche settimana ci apporto dei piccoli accorgimenti. Diciamo che le mie opere sono in completa evoluzione.

C’è un aspetto che non le piace della sua arte?

Non sopporto che mi mettano fretta. Questa cosa mi deconcentra e di conseguenza ne risentono i miei quadri. Quando dipingo devo essere disteso e rilassato. Altra cosa che non mi piace è rifare sempre le stesse cose.   

Al contrario, quali soddisfazioni le trasmette la pittura?

Al riguardo ho un episodio curioso da raccontare. Nel 1973 mi sono ammalato durante il servizio militare. In questo periodo cupo, ho trovato serenità nella pittura. In particolare, ho coinvolto altre 25 persone di tutte. le età, in un di corso di pittura. Dopo cinque mesi, siamo riusciti ad allestire una mostra all’interno del sanatorio, grazie anche allo spazio e al materiale messo a disposizione dalla direzione. Ho visto persone tristi che grazie alla pittura hanno ritrovato il sorriso. Nonostante siano passati molti anni, questo rappresenta per me una delle maggiori soddisfazioni che ancora oggi porto nel cuore. 

Cosa si sente a far parte di un gruppo come Artez?

Sono felice di far parte di questa associazione che mi permette di socializzare e conoscere tante persone con la stessa passione. Ringrazio il sindaco Pellanda, l’assessore alla cultura l’avvocato Massimo Tessarollo, il nostro presidente Diego Pasinato e il direttivo. 

A casa cosa dicono di lei?
Mia moglie Liliana è la critica d’arte, apprezza molto le mie opere e mi dà ottimi consigli. Poi cerco di coinvolgere i miei nipotini spiegando a loro le varie tecniche di pittura.

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