Ivana Bertolin

Biografia dell'artista

Molti dei nostri artisti, oltre ad essere autodidatti, hanno scoperto e sviluppato il loro talento grazie all’artigianato. Al lavoro manuale fatto di precisione, buon gusto e passione. Ivana Bertolin da molti anni lavora come decoratrice di porcellane. Ama la manualità ma soprattutto giocare colori. Usiamo il verbo “giocare” non a caso, in quanto per lei rappresenta una fonte di curiosità e divertimento. 

Arriva da Marostica, dove all’ombra del castello superiore è nata (nel 1963) e cresciuta. Ma da 35 anni vive stabilmente a Tezze sul Brenta, con il marito Ottorino e i due figli. 

“Sono portata – aggiunge Bertolin – alla manualità. Quando lavori in questo settore, diventare artista è quasi una conseguenza. Ho imparato a decorare la ceramica usando i colori in polvere che successivamente vengono cotti al forno ad alte temperature. Decisivo però è stato un corso di pittura, organizzato da Gianni Chiminazzo una quindicina di anni fa. Sulla locandina era specificata la “tecnica a olio” e questa ha catturato la mia attenzione. E’ stata una esperienza molto interessante. Oltre a perfezionare la tecnica, ho stretto numerose amicizie con persone impegnate nello stesso obiettivo. C’era uno scambio di opinioni personali, di idee in cui c’era sempre qualcosa di curioso da scoprire. In fondo l’arte è vedere con l’occhio quello che una foto non può vedere”.

I primi lavori sono stati delle semplici riproduzioni, come “Donna con il mandolino” di Picasso. E proprio con l’artista Andalusiano è nato un feeling speciale. 

“E’ stata una cosa spontanea e difficile da spiegare. Mi ha fatto vedere le forme in un modo che prima non avevo mai intuito. Avevo capito lo stile che dovevo seguire. Il mio genere rimane figurativo dove si mescolano i colori. Ma come tutti gli artisti, eseguo degli esperimenti aggiungendo tecniche rimanendo però sempre sul figurativo. I miei quadri sono generalmente di dimensioni considerevoli. Questo perché ritengo che un soggetto si veda meglio su un quadro grande. Un’unica opera può dare importanza ad un’unica parete. E poi il mio stile si presta a questa caratteristica”.

Infine, Ivana Bertolin vuole spendere delle parole per l’associazione. “Siamo un bel gruppo affiatato e unito. Siamo in molti con tanti stili diversi. Tutto questo trasmette sicurezza e professionalità”.

Intervista

Molti dei nostri artisti, oltre ad essere autodidatti, hanno scoperto e sviluppato il loro talento grazie all’artigianato. Al lavoro manuale fatto di precisione, buon gusto e passione. Ivana Bertolin da molti anni lavora come decoratrice di porcellane. Ama la manualità ma soprattutto giocare colori. Usiamo il verbo “giocare” non a caso, in quanto per lei rappresenta una fonte di curiosità e divertimento. 

Arriva da Marostica, dove all’ombra del castello superiore è nata (nel 1963) e cresciuta. Ma da 35 anni vive stabilmente a Tezze sul Brenta, con il marito Ottorino e i due figli. 

“Sono portata – aggiunge Bertolin – alla manualità. Quando lavori in questo settore, diventare artista è quasi una conseguenza. Ho imparato a decorare la ceramica usando i colori in polvere che successivamente vengono cotti al forno ad alte temperature. Decisivo però è stato un corso di pittura, organizzato da Gianni Chiminazzo una quindicina di anni fa. Sulla locandina era specificata la “tecnica a olio” e questa ha catturato la mia attenzione. E’ stata una esperienza molto interessante. Oltre a perfezionare la tecnica, ho stretto numerose amicizie con persone impegnate nello stesso obiettivo. C’era uno scambio di opinioni personali, di idee in cui c’era sempre qualcosa di curioso da scoprire. In fondo l’arte è vedere con l’occhio quello che una foto non può vedere”.

I primi lavori sono stati delle semplici riproduzioni, come “Donna con il mandolino” di Picasso. E proprio con l’artista Andalusiano è nato un feeling speciale. 

“E’ stata una cosa spontanea e difficile da spiegare. Mi ha fatto vedere le forme in un modo che prima non avevo mai intuito. Avevo capito lo stile che dovevo seguire. Il mio genere rimane figurativo dove si mescolano i colori. Ma come tutti gli artisti, eseguo degli esperimenti aggiungendo tecniche rimanendo però sempre sul figurativo. I miei quadri sono generalmente di dimensioni considerevoli. Questo perché ritengo che un soggetto si veda meglio su un quadro grande. Un’unica opera può dare importanza ad un’unica parete. E poi il mio stile si presta a questa caratteristica”.

Infine, Ivana Bertolin vuole spendere delle parole per l’associazione. “Siamo un bel gruppo affiatato e unito. Siamo in molti con tanti stili diversi. Tutto questo trasmette sicurezza e professionalità”.

Back To Top