Antonio Marchetti

Biografia dell'artista

  • 20/01/1947 – Marchetti Antonio nasce a Campagnari di Tezze sul Brenta.
  • All’età di 10 anni per esigenze economiche ha frequentato il collegio dei salesiani a Verona, dove intraprende lo studio dell’arte professionale come tipografo compositore. 
  • Inizia giovanissimo a lavorare presso la tipografia “Grafiche Tassotti” di Bassano del Grappa, alimentando una passione per il suo lavoro e per l’arte.
  • Una volta in pensione, usufruendo più tempo libero e visitando diverse mostre d’arte, intraprende un altro capitolo della sua vita esprimendosi con tecnica mista su tavole e tele sfoderando il suo talento artistico. 

Intervista

Che Antonio Marchetti fosse innamorato dell’arte, lo si capisce appena si varca l’uscio di casa sua. Ogni centimetro delle pareti è addobbato da quadri che lui stesso ha dipinto, una vera e propria galleria d’arte per tutti gli ospiti che lo vanno a trovare. Una passione nata molto tardi, all’età di 68 anni, dopo una vita da tipografo alla Grafica Tassotti di Bassano che l’ha aiutato nella formazione creativa. 

Come mai ha aspettato tutti questi anni per intraprendere l’arte della pittura?

E’ successo in maniera casuale, andando a visitare con degli amici una mostra d’arte di Van Gogh. Appena ho visto i suoi quadri, mi sono emozionato, è stato un vero colpo di fulmine. Una volta tornato a casa ho cominciato a dipingere alcuni quadri. Il rimpianto è quello di non aver scoperto questa passione prima, ma sono situazioni che non si possono prevedere. 

Quali sono state le prime difficoltà che ha incontrato?

I primi mesi mi vergognavo di far vedere le opere in giro. Le uniche persone al corrente erano mia moglie Olivana e mia figlia Marianna. Avevo paura che mi prendessero in giro. Però mi sbagliavo, ognuno di noi deve avere coraggio delle proprie azioni. 

Quando ha capito di possedere ottime qualità?

Grazie alla mia famiglia, finalmente ho trovato il coraggio di far vedere le opere a degli intenditori i quali hanno cominciato ad apprezzarli e ad incoraggiarmi ad andare avanti. 

Qual è il suo stile?

Premesso che ognuno ha il suo stile dato che non si può copiare. Ma ispirandomi a Van Gogh, mi avvicino molto al movimento artistico dell’impressionismo. Quando dipingo, vivo nel mondo di 50 anni fa dove l’uomo viveva a stretto contatto con la natura. 

Dove trova l’ispirazione che le da l’idea di realizzare un quadro?

Semplicemente osservando quello che mi circonda. Spesso esco con gli amici in bici e una volta siamo passato per le parti del lago di Arsie. Avevo notato uno scorcio in un piccolo borgo abbandonato. Mi era piaciuto talmente tanto che dopo pochi giorni sono tornato. Ho incontrato la coppia di anziani che vivevano là. Erano gli ultimi abitanti rimasti. Mi hanno accolto nella loro casa e hanno iniziato a raccontarmi la storia della loro vita e del paese dove, un po’ alla volta, se ne sono andati tutti. Mi sono messo dipingere la loro casa e il quadro lo conservo gelosamente a casa. E’ una delle opere a cui sono maggiormente affezionato.

Che messaggio vuole dare con i suoi quadri?

Dentro ad ogni quadro ci deve essere poesia, come una canzone. In ognuno di loro c’è sempre qualcosa di particolare balza nell’occhio e ti fa dire perché si trova là.

Ha mai pensato di allestire una mostra tutta per sé?

Io dipingo per passione e non per lucro. Ad una galleria personale per ora non ci penso. Però c’è stato un precedente. Ad un concorso con altri artisti, su 60 quadri, il mio si è classificato tra i primi cinque. 

Quanti quadri ha dipinto in questi anni?

Circa un centinaio. Molti dei quali li ho regalati a parenti ed amici.

Quanto tempo impiega per realizzarne uno?

Dipende da come lo interpreto. Posso metterci cinque ore o anche qualche giorno.

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